Storie. Raffaele Cornaggia: da Morbegno in giro per il mondo

MORBEGNO – In due settimane 154 bimbi dai due ai cinque anni hanno messo le basi per un mondo migliore. Raffaele Cornaggia ha insegnato a tutti i piccoli l’importanza di riciclare , di salvaguardare la natura il tutto sviluppando la fantasia divertendosi.

Insegnanti e scolari della scuola per l’infanzia Stella Polare di Paniga e Arcobaleno di Morbegno sono rimasti molto soddisfatti. Divertendosi hanno imparato molto, soprattutto che nulla va gettato ma che tutto si può riutilizzare per creare cose sempre più belle.

Ma chi è Raffaele?

Classe ’61, nato a Morbegno è cresciuto in maniera originale, preferendo allo studio lo scoprire il mondo. “I miei genitori avrebbero preferito che continuassi a studiare – racconta – ma ho preferito esplorare il mondo mantenendomi da solo. Londra, Amsterdam, San Francisco e Berlino, tanto che ero li quando è caduto il muro, ma sempre in abiti artistici“.

Tornato in patria, per ben 23 anni ha fatto l’agente immobiliare. Quando è arrivata il calo dell’economia e a seguito di una crisi esistenziale ha avuto un “lampo di genio”.

“Ero sconfortato e mi sono diretto in garage – ci confida – li avevo depositato i computer dello smantellamento del mio ufficio, ho iniziato a smontarli e quando ho visto tutti i colori delle loro parti interne mi si è accesa la lampadina”.

Proprio in quel preciso momento nasce la sua prima opera fatta da materiali di scarto, il Cyber Fish.
“Da quel giorno ho trovato ciò che mi ispirasse e non per vantarmi sono l’unico al mondo che usa questa tecnica”. Ci spiega che altri artisti usano materiali di scarto per fare arte, ma tutti assemblano, saldando per esempio in stile steampunk, lui invece usa solo bulloni e viti e in questa maniera può utilizzare anche plastica e quant’altro, creando così uno stile e una tecnica tutti suoi.

Anche se il tempo passava, la sua passione per i viaggi non è mai svanita, tanto che su una spiaggia indonesiana ha assemblato tante opere d’arte utilizzando solo materiale che il mare ridava alla terra. Proprio qui, grazie a un albergatore che ha barattato i suoi lavori con il soggiorno, ha conosciuto la responsabile WWF di Labuan Bajo.

Lì ha capito l’importanza di ciò che faceva e ha iniziato a fare workshop per insegnare ai bimbi indonesiani e nepalesi a riciclare. Molte opere sono nate in quel contesto, tanto che alcune sono esposte ancora oggi all’aeroporto della città, il Komodo Airport.

Quando è tornato in patria ha iniziato a portare avanti le sue idee. Grazie anche al Museo di Storia Naturale e al Comune di Morbegno, quest’anno il suo progetto è entrato nell’iniziativa SERR.

I bambini in tenera età sono i partecipanti ai suoi workshop, in molte scuole della zona ma anche più lontane. Raffaele insegna loro a riutilizzare i “rifiuti” per creare qualcosa di totalmente nuovo. “È fondamentale farlo con bimbi piccoli, dai due anni in su, per dare l’imprinting – ci racconta -. A quell’età sono come spugne ed è più facile insegnare loro a riciclare e instillare il rispetto per la natura e la salvaguardia del nostro pianeta. Così facendo, presto per loro non sarà un sacrificio riciclare e fare la raccolta differenziata ma gli verrà tutto automatico”.

Molte scuole e associazioni e anche una biologa francese hanno contattato Raffaele, per ampliare sempre di più il suo progetto e portarlo ancora più lontano.

“Chiedo scusa a tutte le scuole nelle quali non sono riuscito ad arrivare – dichiara -. Ora sono super impegnato con il Sondrio Festival dove esporre delle nuove opere, e a breve andrò in Brasile, sia per svago sia per portare il progetto laggiù”.

Per suo ritorno sono già programmate molte lezioni in diverse scuole dell’infanzia della zona ma anche lariane, per spiegare ai più piccolini quanto sia essenziale preservare la Terra.

Michela Riva