Operazione ‘Tribe’. Perquisizioni anche a Sondrio per bancarotta, frode fiscale e riciclaggio

BERGAMO – Ha preso le mosse da Bergamo l’operazione della Guardia di Finanza “Tribe” con 5 arresti e 19 indagati per bancarotta, frode fiscale e riciclaggio.

I militari del Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Bergamo hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la custodia cautelare nei confronti di 5 persone di cui tre in carcere e due ai domiciliari. Tra gli arrestati figurano tre imprenditori e due professionisti, un commercialista con studio in provincia di Bergamo e un consulente tributario attivo sulle piazze di Milano e di Monza Brianza, già gravato da precedenti specifici.

15 le perquisizioni dei finanzieri in abitazioni, studi commerciali e sedi di società tra le provincie di Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Sondrio, Venezia e Varese.

Il provvedimento di arresto, firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo Marina Cavalleri su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Emanuele Marchisio, “rappresenta l’epilogo di una articolata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo sulle cause del fallimento di una nota società operante nel settore della ristorazione e gestione delle mense e che ha visto coinvolti 19 soggetti, indagati a vario titolo per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e false compensazione di crediti d’imposta“.

I militari, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, acquisizione di testimonianze, indagini finanziarie e riscontri documentali hanno raccolto “una serie di elementi che hanno portato alla luce un vero e proprio sistema ideato dai principali indagati finalizzato alla sistematica spoliazione di realtà imprenditoriali portate al fallimento, una volta svuotate del patrimonio e dei beni. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di ricondurre all’effettivo dominus della società fallita, tratto in arresto, anche l’operatività di ulteriori 6 aziende, sempre attive nel campo della ristorazione, per le quali sono state avviate procedure fallimentari”.

Il dissesto che ha condotto al fallimento della società oggetto d’indagine nel periodo 2013/2017 è stato definito dal Giudice, nella sua ordinanza, di dimensioni imponenti dal momento che il passivo accertato ammonta a oltre 36 milioni di euro, dei quali 17 milioni in danno all’Erario e 4,5 milioni in pregiudizio di 767 ex-dipendenti dell’azienda.

L’indagine TRIBE condotta da Magistratura e Guardia di Finanza, “s’inquadra nell’ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dal Corpo a contrasto dei più gravi illeciti economici, a tutela della legalità e delle aziende oneste che operano sul mercato nel pieno rispetto delle regole”.