Coronavirus. Parla la famiglia del contagiato: “Informati dai media, lui ora sta bene”

VALDIDENTRO – Caso Coronavirus in Valdidentro: parlano i genitori del 17enne risultato positivo. “Abbiamo saputo della positività di nostro figlio solamente nella tarda mattinata di oggi, leggendo la notizia diffusa dai media (giornali e social). Sconcertati per questo modus operandi e soprattutto preoccupati per la salute di nostro figlio, abbiamo contattato l’avvocato Ezio Trabucchi (in copertina), chiedendo di svolgere tutte le verifiche necessarie”.

“Dopo pochi minuti – prosegue la testimonianza raccolta da ValNews – il legale ci ha comunicato di aver sentito personalmente la dottoressa Lorella Cecconami, direttore generale della Ats Montagna, la quale confermava la positività del nostro ragazzo e dava atto che (per ragioni non ancora appurate) la notizia effettivamente non ci era ancora stata data; di aver parlato anche con alcuni giornalisti, i quali affermavano che la notizia era già nota ieri e data come certa. Poco dopo aver interloquito con l’avvocato Trabucchi, abbiamo ricevuto la telefonata dalla Ats Montagna, la quale ci comunicava che nostro figlio era risultato positivo al coronavirus, invitandoci a tenerlo in casa e a monitorare la temperatura, senza aggiungere altro”.

Ciò premesso i genitori vogliono precisare alcuni aspetti della vicenda: “a fronte di notizie totalmente infondate diffuse dai media nelle ultime ore: nostro figlio, classe 2002, frequenta la scuola agraria di Codogno e da Codogno è giunto a casa in Valdidentro alle 17 di venerdì 21 febbraio. Alle 21:30, senza sintomi in particolare ma sentendo cosa dicevano alla televisione, ha misurato la febbre: 38,3 gradi”.

“Noi genitori abbiamo chiamato il 112 come da indicazioni e dopo 20 minuti è stato detto al ragazzo di non preoccuparsi e tenere la febbre misurata. Alle 23:30 del venerdì siamo stati contattati ancora dal 112, il quale, visto l’evolversi della situazione, ci comunicava che era il caso di andare a Lecco la mattina seguente per fare il tampone. Alle otto di sabato 22 febbraio, il 112 ci ha risentiti, comunicando che verso le undici e mezza gli operatori sanitari sarebbero passati a casa a fare il tampone a nostro figlio nonché a fare gli esami del sangue al ragazzo e a noi genitori. Così è successo”.

“Alle 18 di sabato – concludono – una dottoressa ha chiamato per sapere le condizioni di nostro figlio e poi silenzio fino alla nostra chiamata, domenica mattina, all’avvocato Trabucchi, affinché, come detto, ci aiutasse a capire quanto stava succedendo a fronte delle notizie diffuse dai media. Verso le 11:15 di domenica mattina ci ha chiamato la Ats Montagna per informarci che, appena si fosse liberato un posto, nostro figlio sarebbe stato trasportato in ospedale a Lecco”.

Infine, “alle 14:10 di domenica 23 febbraio siamo stati avvisati dalla Ats che a breve verrà trasportato in ospedale a Lecco. Nostro figlio sta abbastanza bene e pare che la sua situazione non desti particolare preoccupazione. Inutile dire che, senza voler fare polemiche, il venire a sapere della positività di nostro figlio in questo modo non è francamente condivisibile. Siamo rimasti in angoscia per tante ore senza avere notizie dirette. Ora vogliamo solo pensare alla salute del nostro ragazzo, sperando in bene”.

RedSan