Paura da contagio. Turismo e commercio, gli operatori sono preoccupati per i danni economici

SONDRIO – La grave emergenza collegata alla diffusione del Coronavirus rappresenta senza dubbio uno dei momenti più complessi e disorientanti per la nostra società e pone al centro dell’interesse comune innanzitutto il tema della salute pubblica, evidenziando l’importanza di agire in modo responsabile.

Mentre i casi di diffusione sono purtroppo in aumento sia in Italia sia altrove, il fenomeno in provincia di Sondrio sembra al momento assestato su livelli marginali o comunque circoscritti. Nondimeno, l’Unione del Commercio, del Turismo e dei Servizi della provincia di Sondrio sottolinea che le ripercussioni a livello economico sono evidenti e notevoli soprattutto per i settori della ricettività turistica e dei pubblici esercizi, ma anche per i negozi e i mercati.

“Pur comprendendo le motivazioni che hanno spinto il Governo e la Regione ad assumere determinate decisioni a tutela della salute pubblica – afferma il presidente dell’Unione del Commercio e del Turismo Loretta Credaro – le ricadute sul sistema distributivo sono ingenti. L’auspicio è che chi ci governa comprenda i danni generati da quanto sta accadendo e che non li faccia ricadere solo sulle spalle delle imprese”.

L’auspicio dell’Unione del Commercio e del Turismo è che questi primi provvedimenti restrittivi adottati in una logica di pura emergenza e di esclusivo contenimento dell’espansione del Coronavirus possano essere integrati e addirittura superati da altri più ponderati ed efficaci, che tengano in considerazione anche le ricadute sul sistema economico, in particolare quello delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, e la forte differenza tra le diverse realtà del territorio lombardo, evitando di mettere per esempio Bormio, Livigno e Sondrio sullo stesso piano di contesti metropolitani come quelli di Milano e Lodi.

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