Quarantena. Solitudini e convivenze esasperanti, tutti i consigli dell’esperta

MORBEGNO – La diffusione del Coronavirus in Italia ha determinato un cambiamento nello stile di vita di tutta la popolazione, costringendo la maggior parte di noi dentro le proprie case e tenendoci lontano dalle persone più care. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo giorno per giorno si rende necessario, alle volte, anche un sostegno di tipo psicologico.

“In questo periodo siamo più soggetti agli stati ansiosi e/o ad umore deflesso e apatia – spiega Rossella Petta, psicologa e formatrice con studio a Gordona e Morbegno – Molte persone subiscono la crescente incertezza di un periodo storico così buio, per l’allerta pandemia e per l’instabilità economico-professionale. Chi vive solo deve fare i conti con il vuoto della solitudine e con una percezione del tempo dilatata. Di contro, ci sono persone che sperimentano convivenze difficili: coppie e famiglie, i cui problemi sottaciuti diventano in breve tempo esasperati”.

La dottoressa Petta, in questo particolare momento, riesce a svolgere, in media, dai 3 ai 4 colloqui al giorno, servendosi di servizi come Whatsapp o Skype. Il range di età delle persone in cerca di sostegno è molto ampio e va dall’adolescente fino all’adulto over 60.

Sono molte le difficoltà riscontrate dalle persone in cerca di sostegno. “Il fatto che siamo stati privati delle nostre certezze – continua – della quotidianità, della nostra socialità, delle abitudini e dei nostri ritmi più o meno frenetici. Dobbiamo fare i conti anche con la nostra paura più grande, quella della morte. Abbiamo paura per noi stessi e per i nostri familiari”.

Il consiglio della psicologa è quello di non negare le proprie emozioni, neppure di temerle. “È importante imparare ad ascoltarle e gestirle – conclude – Se sentiamo di venire sopraffatti dai nostri stati emotivi è consigliabile chiedere aiuto ai familiari oppure ad uno specialista. Le informazioni negative che il nostro cervello riceve ed elabora influenzano il pensiero e l’umore. Ritagliamoci tempi dedicati per tenerci informati e poi spostiamo l’attenzione su cose diverse, magari che stimolino la nostra immaginazione, la progettualità, i desideri”.

Giovanni Meroni

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