Frontalieri. Al Senato Lega e Pd chiedono tutele per i lavoratori

ROMA – Dopo la notizia dei circa 6mila frontalieri che hanno perso il proprio impiego a causa dell’emergenza Coronavirus, in Senato arrivano due proposte relative al decreto Cura Italia, presentate dal PD e dalla Lega, volte a tutelare i lavoratori italiani oltre confine.

Il gruppo Lega al Senato ha presentato un emendamento al decreto grazie al quale vorrebbe istituire un fondo speciale per i lavoratori frontalieri pari a 337,5 milioni di euro per il 2020. Spetterebbe poi all’Inps disciplinare le modalità operative di richiesta di prestazione da parte dei lavoratori, oltre all’erogazione della stessa. Al fine di limitare gli impatti negativi dell’emergenza, il gruppo Lega al Senato chiede di introdurre, inoltre, un’indennità di integrazione salariale, riconosciuta per il periodo dal 23 febbraio ed entro il mese di agosto 2020, pari all’80% della retribuzione spettante.

L’emendamento proposto dalla Lega in Senato ha ricevuto il sostegno dell’Assessore regionale di Regione Lombardia, Massimo Sertori, in accordo con il presidente della provincia di Sondrio, Elio Moretti, ed i sindaci dei comuni di confine.

Il Senatore PD, Alessandro Alfieri, capolista della circoscrizione Como, Varese, Lecco e Sondrio, ha presentato un Ordine del giorno al Decreto che prevede un’indennità per i periodi di assenza dovuti al contagio del virus, o in alternativa l’equiparazione dell’assenza dovuta alla quarantena domiciliare all’assenza per malattia, nei casi in cui la stessa non sia già prevista dalla legge. L’Ordine del giorno presentato dal Senatore Alfieri vorrebbe introdurre anche un’estensione delle misure relative ai congedi parentali e la garanzia degli ammortizzatori sociali, come ad esempio la Naspi, per l’interno periodo dell’emergenza.

“Sono fiducioso che questo ordine del giorno possa essere accolto dal parlamento – ha dichiarato Alfieri, in merito alla proposta avanzata dal PD – sarebbe un segnale importante per un aiuto concreto a tante famiglie del nostro territorio“.

Giovanni Meroni