Fase due. Camminate in montagna e “corsette” fuori porta, i punti lacunosi del DPCM

ROMA – Rimangono ancora da chiarire molti aspetti relativi al DPCM del 26 aprile: da quanto emerso fino ad ora sembrerebbe che dal prossimo quattro maggio, con l’inizio della “Fase due”, riacquisteremo, almeno in parte, alcune libertà personali.

Prima fra tutte quella di poter praticare sport o attività motoria anche oltre i 200 metri dalle nostre abitazioni. Fatte salve le normative igieniche che impongono, comunque, il distanziamento sociale – un metro per chi passeggia e due metri per chi corre – l’obbligo di utilizzare le mascherine e il divieto di creare assembramenti, sarà possibile praticare jogging, sport individuali o, più semplicemente, uscire a fare quattro passi e prendere una boccata d’aria.

Molti, però, i dubbi sugli esatti limiti che rimarranno in vigore: sarà possibile, ad esempio, prendere la macchina e raggiungere una pista ciclabile ad di fuori del proprio comune di residenza? O ancora, sarà consentito andare a fare una passeggiata in montagna, magari in solitudine nei boschi, oppure allontanarsi anche di svariati chilometri dalla propria abitazione mentre si pratica un’attività sportiva?

A queste, e a molte altre domande, saranno chiamate a rispondere le prefetture dei vari territori che, verosimilmente, avranno la facoltà di avanzare valutazioni autonome legate alle diversità delle provincie italiane: una cosa è correre per 10 chilometri senza mai uscire da Milano e un’altra passeggiare per un paio d’ore si di un sentiero alpino.

In aggiunta potrebbe accadere, come in passato, che Regione Lombardia decida di adottare misure più stringenti rispetto a quelle prese da Roma. A tutte le domane e a tutti i dubbi bisognerà dare risposta entro il prossimo lunedì, quando il nuovo DPCM entrerà ufficialmente in vigore.

M. B. 

LEGGI ANCHE:

Lockdown, ecco la fase 2: ok edilizia e manifattura, incontri con familiari e sport individuale