Morbegno. Decessi in aumento del 335% nella Rsa rispetto ai primi mesi del 2019

MORBEGNO – Un aumento del 335% dei decessi all’interno della Casa di riposo Ambrosetti-Paravicini di Morbegno nel primo quadrimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono questi i dati emersi durante il consiglio comunale, della durata di oltre quattro ore e mezza molte delle quali costellate di polemiche, che si è tenuto oggi pomeriggio nella Città del Bitto.

“Sono dati che sono stai elaborati dall’ufficio di piano ed esposti ieri durante la conferenza dei sindaci – spiega il sindaco Alberto Gavazzi – a livelli di tamponi eseguiti sugli ospiti siamo al 50% di positivi a salire. Questo significa che il virus ha invaso le case di riposo, non abbiamo ancora dati definitivi sul personale ma sono rilevanti in fatto di positività. Su sei situazioni di case di riposo nel mandamento siamo a dati in incremento sempre sopra al 100%. Non è mia competenza stare a valutare gli accorgimenti di tipo sanitario. Il mio compito era quello di verificare che le disposizioni venissero attuate”.

Durante il consiglio comunale, convocato su richiesta dei sei consiglieri di minoranza, si è discusso riguardo la situazione pandemica sia all’interno della Casa di riposo che nella stessa Morbegno.

“Da tempo dichiarava – commenta il capogruppo di minoranza, Andrea Ruggeri, riferendosi al sindaco Gavazzi – che, da mesi, si sapeva che la situazione era a rischio. Questo non vuole essere un processo inquisitorio nei confronti della Rsa, ma si tratta di sapere se lei fosse o meno a conoscenza, per il suo ruolo di sindaco e di capo mandamento, in termini sanitari e socio-sanitari della situazione che stava andando avanti all’interno della struttura”.

“Il compito che ritengo dovesse attenermi – spiega il sindaco Gavazzi – era quello di controllare se, all’interno della Casa di riposo ciò che doveva essere applicato per via di decreti, sia ministeriali che regionali, venissero rispettati. Alcune scelte hanno addirittura preceduto delle decretazioni che sono arrivate successivamente, e mi riferisco sicuramente alla chiusura del centro diurno. Non c’è stata alcuna sottovalutazione della situazione che stava emergendo dalla Rsa”.

Giovanni Meroni