Sondrio. 300 studenti a confronto con il viceministro dell’economia

SONDRIO – Grande successo per l’incontro/dialogo che si è svolto ieri mattina in modalità telematica fra gli studenti ed il viceministro dell’economia, Antonio Misiani.

Tanti i temi affrontati durante il confronto focalizzato sulle manovre economiche per affrontare il post lockdown e sulle previsioni di ripresa del Paese. All’iniziativa, promossa dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio e resa possibile grazie alla collaborazione dell’Istituto superiore “Luigi Einaudi” di Chiari (Bs), hanno partecipato una ventina di classi delle scuole valtellinesi e valchiavennasche per un totale di quasi 300 studenti, oltre a diversi insegnanti, rappresentanti delle istituzioni locali e cittadini.

Ad introdurre la videoconferenza il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, Augusta Celada. A seguire i saluti istituzionali il prefetto di Sondrio, Salvatore Pasquariello e quelli del dirigente dell’Ust di Sondrio, Fabio Molinari.

Numerose le domande pervenute durante la diretta attraverso la chat dedicata che hanno consentito al viceministro di affrontare in maniera organica temi legati al futuro mercato del lavoro per i giovani, alle misure emergenziali messe in atto dal Governo sul piano economico-finanziario, all’importanza di sostenere categorie in difficoltà, famiglie e singoli cittadini e ancora alla necessità di puntare alla digitalizzazione, all’efficientamento delle strutture ma anche sulla sostenibilità.

“Questo momento di confronto ha rappresentato un’occasione preziosa per i nostri studenti di avvicinarsi al mondo delle Istituzioni – sottolinea Fabio Molinari – Sono rimasto molto colpito dall’entusiasmo con cui i ragazzi (e non solo) hanno partecipato all’incontro sottoponendo quesiti particolarmente interessanti tanto da definire un dibattito stimolante e costruttivo”.

“Vorrei ricordare – conclude il prefetto Salvatore Pasquariello – l’esempio fornito da medici, infermieri e operatori sanitari, eroi contemporanei che, nonostante il volto tumefatto dall’uso prolungato di mascherine e turni massacranti nei reparti di terapia intensiva, non si sono mai arresi. Loro ci hanno insegnato che in una società materialista, pervasa dall’ideologia del “do ut des” e dal pretendere senza dare, si può invece donare senza calcolo, non per un particolare interesse o tornaconto personale, ma semplicemente per senso del dovere e per servizio all’interesse generale e al bene comune”.