Morelli. Dopo l’attacco di Scaramellini la replica dell’Alta Valle

SONDALO – Non è piaciuto ai sei sindaci dell’Alta Valtellina e al Comitato a difesa della Sanità di Montagna l’intervento del primo cittadino di Sondrio, Marco Scaramellini, in merito all’incontro ottenuto dai sostenitori del Morelli con i vertici regionali.

Scaramellini, infatti, nelle ore precedenti al vertice, aveva espresso forti critiche dell’atteggiamento degli amministratori dell’Alta Valle responsabili di aver, di fatto, bypassato i tavoli di confronto provinciali puntando direttamente ai vertici regionali.

“Scaramellini – commentano dall’Alta Valtellina – accenna alla complessità del territorio montano ma poi la considerazione sulla centralità di Sondrio prende il sopravvento. Che diritto hanno i richiedenti l’audizione regionale di opporsi allo scippo di reparti di eccellenza che possono contribuire al recupero di Sondrio, ospedale che va rilanciato all’insegna della centralità?”.

L’ospedale del capoluogo, però, non sarebbe stato ‘dimenticato’ né dagli attivisti né dagli amministratori locali tanto che, ricordano “Nei due documenti redatti dalla componente tecnico-scientifica del Comitato è presente un’analisi globale adeguata al territorio dell’Ats della Montagna, con un ruolo attuabile anche per il rilancio di Sondrio”.

“Prevale ancora – sostengono – il concetto della centralità di Sondrio per la quale spesso si è legati ad una visione di sessanta anni fa, quando avevamo una costellazione di ospedali zonali, dei sanatori e l’unico ospedale a carattere sovra zonale era proprio Sondrio”.

L’analisi alternativa a quella proposta dal Politecnico di Milano punterebbe ad individuare tre poli di interesse per il territorio dell’Ats: Gravedona, dove esiste un ospedale dotato di pressoché tutte le specialità e con competenza territoriale per l’Alto Lago, la Valchiavenna e la Bassa Valtellina; Sondalo per l’Alta Valtellina, con il dipartimento di emergenza urgenza e un territorio complesso e critico e Sondrio, il cui bacino d’utenza è limitato all’area centrale della Valtellina.

“L’impegno di Sondrio sull’oncologia, a fronte di ingenti investimenti, è modesto ed i pazienti vanno altrove – concludono – I tassi di fuga sono stati determinati anche dal miglioramento della viabilità verso il basso e dal forte richiamo dei centri di eccellenza regionali. Alcune delle unità operative di eccellenza sono al Morelli, e non si capisce perché debbano essere trasferite a Sondrio”.