Caurga. Quasi 300 gli studenti tornati sui banchi, Minnai: “Rimettere in movimento la scuola”

CHIAVENNA –  Manca meno di una settimana all’inizio della scuola, ma molti studenti hanno già ricominciato a frequentare gli istituti scolastici per i recuperi o per piani di integrazione all’apprendimento, approntati da diverse scuole. È questo il caso dell’Istituto professionale Crotto Caurga a Chiavenna dove, già dal 2 settembre scorso, numerosissimi studenti sono tornati ad occuparne i banchi. Si parla, infatti, di una media di 280 ragazzi che in questi giorni, fino a venerdì prossimo, stanno affrontando un programma da 450 ore per recuperare quanto non è stato possibile fare a causa dell’emergenza Covid-19.

“Dovrebbero essere circa 320, ma abbiamo un’assenza di circa il 10%. Assenze dovute dal fatto che alcuni ragazzi lavorano ed altri ancora, in questo periodo, sono in vacanza con la famiglia – spiega il dirigente scolastico, Massimo MinnaiDurante il lockdown le attività laboratoriali sono state le più penalizzate, per questo una buona quota delle ore, circa il 40%, sono dedicate ad esse. Si tratta di un modo per rimettere in movimento la scuola in presenza, a ranghi ridotti”.

Studentesse e studenti sembrano aver recepito correttamente tutte le indicazioni sanitarie volte al contenimento del Covid-19 ed il primo impatto con le novità sembra essere stato buono. “Stiamo facendo ricorso a tutti gli spazi possibili per poter svolgere l’attività didattica in sicurezza ma, sostanzialmente, dovremmo esserci – continua Minnai – nelle aule la distanza tra gli studenti è di un metro e quaranta. Mentre due metri separano il docente dagli alunni. Abbiamo disposto 12 postazioni per l’igienizzazione su ogni piano. Inoltre, abbiamo realizzato un deposito bagagli custodito dove i ragazzi lasceranno gli indumenti che prima venivano messi negli spogliatoi. L’addetto rilascerà un biglietto e con quello sarà possibile ritirare il proprio bagaglio”.

L’istituto sta anche stilando un piano per proseguire con la didattica integrata. “Crediamo – conclude Minnai – che le esperienze fatte non vadano confinate al periodo d’emergenza. Per questo si sta pensando ad un modo per integrare la didattica a distanza con quella in presenza”.

G. M.