Don Roberto. Scomodo da vivo, incensato una volta morto

COMO – Hanno proclamato il lutto cittadino, si sono stretti intorno alla sua memoria ma il ravvedimento operoso della giunta a trazione leghista del Comune di Como nei confronti di don Roberto Malgesini – il “prete di strada”, originario di Cosio Valtellino ucciso da una persona che stava cercando di aiutare poche settimane fa – stona un po’.

Come per san Francesco, per Falcone e Borsellino don Roberto, personaggio scomodissimo da vivo, viene incensato una volta morto, quando non ha più la concreta possibilità di aiutare gli ultimi, quegli stessi ultimi responsabili del degrado che il sindaco Mario Landriscina ha, fin dal suo insediamento nel 2017, tentato di combattere.

Da subito Landriscina ha infatti dichiarato guerra ai “barboni con una serie di ordinanze contro l’accattonaggio nelle vie del centro cittadino impedendo addirittura, come sottolineato da CiaoComo.it, la distribuzione delle colazioni ai senzatetto nella chiesa di san Francesco. In un’altra occasione, riportata da nextquotidiano.it, nel 2019 la Polizia locale ha multato – sanzione poi revocata – i volontari che collaboravano con don Roberto nella distribuzione di pasti caldi.

Negli anni, gli scontri tra l’amministrazione e le varie associazioni impegnate nell’aiutare i più bisognosi non si sono contate. La giunta comasca ha sempre risposto con il pugno duro, emanando multe e Daspo, chiudendo dormitori e porticati sotto cui i senzatetto erano soliti trovare riparo e adoperandosi con ogni mezzo per togliere i senza fissa dimora dalle vie centrali di Como.

E proprio a san Francesco, pochi giorni prima della tragica scomparsa di don Roberto, l’assessore alle politiche sociali Angela Corengia ha, come riportato da Ecoinformazioni, strappato una coperta a un clochard, salendo agli onori della cronaca nazionale per un gesto che ha suscitato scalpore.

A distanza di pochi giorni la giunta di cui fa parte Corengia si è vista costretta, però, a riconoscere l’umanità e l’altruismo di don Roberto che, certamente, avrebbe dato – ammesso che non sia stato proprio lui a farlo – una coperta al senzatetto “derubato” dall’assessore.

Valnews

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