Nuova tassazione sui frontalieri. Pd: “Ottimo lavoro”

SONDRIO – Il Partito democratico guarda con favore al nuovo accordo sulla fiscalità per i lavoratori frontalieri firmato, nella giornata di ieri, da Berna e Roma.

“Dopo un percorso di ascolto e confronto tra Governo, enti locali e sindacati – sottolineano Michele Iannotti, segretario provinciale del Pd, e Alessandro Alfieri senatore Dem – Italia e Svizzera hanno siglato il nuovo accordo fiscale relativo alla tassazione dei lavoratori frontalieri”. L’accordo non prevede alcun aumento fiscale per gli attuali lavoratori frontalieri e nemmeno una diminuzione dei ristorni ai Comuni, mentre sono state inserite delle speciali detrazioni fiscali per i futuri frontalieri, al fine di salvaguardarne il potere d’acquisto.

“Per quanto riguarda gli attuali frontalieri e tutti coloro che lo diventeranno fino all’entrata in vigore dell’accordo non cambia nulla – sottolineano i due Dem – Anzi per questo tipo di lavoratori l’applicazione del moltiplicatore medio cantonale porterà ad una diminuzione delle imposte pagate alla fonte. Inoltre, in caso di perdita di lavoro, sarà riconosciuta una indennità di disoccupazione (NASPI) più vicina all’ultima retribuzione percepita in Svizzera”.

Cambia invece il sistema dei ristorni, dal 2034 non sarà più erogato da Berna a Roma ma, come stabilito nel memorandum d’intesa, il Governo istituirà un fondo ad hoc per trasferire le risorse ai Comuni di frontiera che non potranno essere inferiori a quelle percepite attualmente.

I frontalieri che inizieranno a lavorare oltreconfine dopo l’entrata in vigore dell’accordo saranno sottoposti a un nuovo modello di tassazione. La Svizzera avrà diritto a trattenere una quota di imposta alla fonte dell’80%: a quel punto al lavoratore l’Italia applicherà la tassazione con una serie di detrazioni – aumento della franchigia speciale per tutti i lavoratori da 7.500 a 10.000 euro, detrazione di quanto già tassato dalla Svizzera, non imponibilità degli assegni familiari erogati dalla Svizzera, deducibilità dei contributi per i prepensionamenti – che ridurranno notevolmente la differenza tra nuovi e vecchi lavoratori frontalieri.

“Con il nuovo accordo tra Italia e Svizzera e il memorandum d’intesa – concludono i due esponenti Dem – si mettono in sicurezza gli equilibri della nostra economia di frontiera, si mette fine ad una tensione diplomatica ed economica che si protraeva da troppo tempo e vedeva i nostri lavoratori frontalieri e le finanze dei Comuni di frontiera esposti ogni anno ad iniziative e campagne politiche oltre confine, spesso a sfondo xenofobo”.