Rubrica pedagogia. “Lupo nero”, silent book per bambini e genitori

Esistono albi illustrati bellissimi ed intensi che sono privi di parole. Libri senza testo? Sì, sono i silent book! La narrazione si sviluppa attraverso le immagini. Grazie a questa peculiarità i silent book sono davvero per tutti, capaci di superare le barriere linguistiche e di favorire l’incontro e lo scambio tra culture diverse.

Una tendenza non nuova, ma che negli ultimi anni sta ricevendo sempre più attenzione, soprattutto perché possono essere fruiti da lettori di ogni lingua e perfino da chi non ha ancora imparato a leggere.

Tuttavia, non bisogna pensare che un libro senza parole sia anche un volume privo di storie, o dalla narrazione semplificata: le immagini, infatti, seguono una precisa sceneggiatura, quasi come in un film.

Ne è un esempio di altissima qualità il volume francese Loup Noir di Antoine Guilloppé (Les Albums Casterman, 2004) in uscita in Italia il 21 gennaio 2021 con l’editore camelozampa. È un libro senza parole e anche senza colori. Sì, perché completamente in bianco e nero.

La storia comincia già dalla copertina: due fessure bianche su uno sfondo nero ci raccontano di un lupo scuro che sarà protagonista di questa storia.

La trama è oltremodo semplice: è inverno, tardo pomeriggio, buio. Un bambino, forse per rientrare a casa, attraversa un bosco a tratti fitto. Un lupo lo segue da lontano. Le illustrazioni sono impreziosite da tagli che danno profondità all’immagine e la fanno sembrare un pizzo artigianale leggero e trasparente.

Il percorso nel bosco innevato si fa sempre più concitato ad ogni pagina, alternando stati psicologici di disagio o paura a stati di tranquilla serenità. Bianco. Nero. Il bambino e il lupo. Due protagonisti.

Ci sono poi repentini cambi di inquadratura che conferiscono all’albo un aspetto altamente cinematografico, rafforzando il ritmo serrato.

Il bambino si volta, la sciarpa si srotola. La neve è fitta, la notte buia. Il nero domina laddove il bosco sta per finire. Il lupo è nero e il primo piano lo rende vicino. L’interminabile inseguimento finisce e il lupo salta in un’apparente aggressione.

L’animale getta a terra il ragazzo. Sembra un tragico epilogo, ma in realtà il lupo, illuminato da una nuova inquadratura, si rivela bianco e con il suo gesto lo salva, evitandogli di finire sotto un albero in caduta.

Ecco allora disvelarsi il senso di questo libro speciale: non sempre quel che sembra, è. Ad ognuno la sua riflessione.

di
Claudia Ferraroli
Pedagogista clinica

 

L’EPISODIO PRECEDENTE

Pedagogia. Il “pensiero magico” nei bambini e negli adulti