Impianti di risalita. Le Regioni alpine chiedono i ristori: “Imitiamo la Francia”

MILANO – “Per gli impianti di risalita condividiamo le richieste di ristori che le associazioni di categoria hanno avanzato al Governo percorrendo il solco tracciato dalla Francia. Stiamo parlando di una richiesta che ammonta ad alcuni miliardi di indennizzi”.

A sottolinearlo sono Massimo Sertori, assessore alla Montagna di Regione Lombardia e Antonio Rossi, sottosegretario di Regione Lombardia congiuntamente a tutti i rappresentati delle regioni italiane interessate alla chiusura prolungata degli impianti di risalita.

Secondo gli esponenti regionali si tratta di una condizione legata alla sopravvivenza. “Di fronte ad un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo, non ci sono le condizioni per poter resistere alla crisi economica. Aggravata da un livello di indeterminatezza che rende impossibile programmare qualsiasi tipo di attività”.

Secondo gli esponenti politici la crisi economica innescata dalla pandemia e dalla conseguente chiusura degli impianti di risalita – e con loro alla perdita di tutto l’indotto legato al turismo invernale – è tanto grave da mettere a rischio la riapertura di numerosissime attività che potrebbero non avere le risorse necessarie per superare il periodo della serrata.

l comparto del turismo invernale coinvolge 75mila lavoratori diretti, ai quali vanno sommati tutti quelli della filiera. “L’auspicio è che il Governo – rimarcano – si renda conto della criticità della situazione e possa porvi rimedio in modo tempestivo. Del resto, altre nazioni che svolgono le medesime attività legate al turismo montano, come Svizzera, Francia, Germania e Austria, hanno già provveduto a salvaguardare questo comparto fondamentale”.

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