Impianti a fune. Stop fino al 15 febbraio, Sertori: “In ballo 75mila posti di lavoro”

MILANO – In Lombardia gli impianti di risalita rimarranno chiusi almeno fino al prossimo 15 febbraio. La decisione è stata imposta dall’andamento dei contagi ma le ripercussioni negative sui territori alpini, in prima linea sulla provincia di Sondrio, sono certamente importanti.

Basta prendere in giro la montagna. La decisione del Governo di prorogare la chiusura gli impianti di risalita – sottolinea l’assessore alla Montagna di Regione Lombardia Massimo Sertori – avrà serie ripercussioni per l’intero comparto che incassa un altro duro colpo. Le regioni alpine hanno pronta una proposta di ristori che, grazie al nostro pressing, sarà oggetto di discussione nella Conferenza delle Regioni del prossimo giovedì 21 gennaio”.

A suscitare l’amarezza di molti la consapevolezza che all’estero – in Austria, Francia, Germania e Svizzera – le attività forzatamente chiuse a causa del Covid-19 sono state prontamente indennizzate per i mancati introiti calcolati in oltre 10 miliardi di euro di perdite di fatturato.

“La situazione – sottolinea Sertori – è sempre più preoccupante: tutti sospesi senza poter programmare l’avvio delle attività, la riapertura di hotel, rifugi, ristoranti e la ripartenza di noleggiatori di attrezzature per gli sport alpini, dei maestri da sci. Ci sono migliaia di persone in attesa di poter tornare a lavorare. Ed è per questo che non passa giorno che le Regioni alpine e le province autonome non chiedano al Governo garanzie, oltreché tempestività, nell’erogazione di ristori per gli impianti di risalita e per tutte le attività correlate al turismo montano, costrette a chiudere”.

Senza un sostegno adeguato molte aziende potrebbero non avere le risorse per riuscire a riaprire una volta terminata l’emergenza sanitaria: “Il Governo – conclude Sertori – ascolti una volta per tutte il grido di dolore della montagna, che ha bisogno di adeguati ristori per sopravvivere. In ballo non c’è la gestione di un parco divertimento ma il futuro di centinaia di piccole e medie imprese e di oltre 75mila di posti di lavoro. Non c’è più tempo da perdere”.

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