Droga. Al Pian di Spagna il nuovo boschetto degli stupefacenti?

PIAN DI SPAGNA – Continua, pare senza sosta, il fenomeno dello spaccio di stupefacenti all’interno della Riserva Naturale del Pian di Spagna in Alto Lario e, più precisamente, nell’area lungo il fiume Adda.

Sono diverse le segnalazioni pervenute alla nostra redazione, che riportano di un via-vai indisturbato di autovetture lungo le strade sterrate della riserva.

Alcuni lettori ci segnalano di essere stati fermati dalla Polizia all’interno del parco e di essere stati messi in guardia sulla presenza di spacciatori. Non per ultima ci giunge la testimonianza di un proprietario di terreni: “Sono sempre qui, nascosti in mezzo ai campi. Quando li vedo cerco di farli scappare, ma ogni giorno sono sempre diversi e sempre presenti. Dopo le 14 è come il Bronx“. Uno spaccio quindi alla luce del sole, quello che sembra avvenire in modo indisturbato in una delle area naturalistiche più importanti del nostro lago e non solo.

Archivio

Le prime segnalazioni, tempi addietro, sono giunte soprattutto dai maggiori fruitori della Riserva, ovvero da amanti della natura e birdwatcher e da associazioni che hanno a cuore la conservazione delle aree naturalistiche. Negli ultimi mesi l’amministrazione della riserva ha inasprito le misure di accesso, consentendo l’ingresso in auto solamente ai proprietari di fondi e obbligando l’utenza a parcheggiare nelle adiacenze del passaggio a livello in prossimità del ponte sul fiume Adda. Questo ha da un lato consentito una maggiore tutela dell’area, andando a creare un minor disturbo possibile alla fauna locale ma, se visto da un’altra prospettiva, pare essere stato un clamoroso “autogol” nella gestione della problematica legata allo spaccio: molti utenti che accedevano alla riserva per semplici passeggiate in mezzo al verde, considerando il divieto che ha reso poco fruibile la riserva, hanno optato per aree più accessibili, andando così a far mancare un contro “indiretto” del posto e lasciando in sostanza incustodita la zona interessata dallo spaccio.

È pur vero che i controlli da parte della autorità sono presenti, ma il fenomeno malavitoso è ormai ben conosciuto e soprattutto sembra perdurare nel tempo, tanto che qualcuno sta iniziando a pensare che la Riserva stia fungendo da boschetto della droga, andando a creare una zona franca, poco accessibile e poco visibile, che consente di tenere “pulite” altre aree, magari più frequentate da turisti e cittadini.

RedCro