Medicina territoriale. Cisl: “In provincia cronica mancanza di personale”

FORCOLA – Sanità e sviluppo sanitario: questi i temi affrontati dal Consiglio generale della Ust Cisl di Sondrio che ha centrato l’attenzione sulla situazione di Valtellina e Valchiavenna caratterizzata da una cronica mancanza di personale.

“La riforma sanitaria – sottolineano dal sindacato – arriva dopo per 5 anni di sperimentazione in un contesto sanitario segnato dalla pandemia che mai avremmo immaginato e che ha sancito il fallimento di una visione ancora ‘ospedalocentrica’ facendo emergere la distanza tra le buone intenzioni e la realtà dei fatti; in particolare la mancata attuazione di una efficace rete territoriale”.

Il potenziamento della medicina territoriale si lega anche al contesto demografico e sociale che vede nell’invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento delle cronicità , la necessità di un’assistenza domiciliare e di prossimità di qualità tale da prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di condizioni di non autosufficienza e ritardare il passaggio della persona anziana o vulnerabile dal proprio domicilio alla Rsa.

“Purtroppo – proseguono dalla Cisl – la strutturale carenza a livello nazionale delle professionalità nel settore assume tratti drammatici nella provincia di Sondrio che sembra incapace di alcuna risposta per contrastare localmente una situazione che nel futuro potrebbe addirittura portare all’impossibilità di garantire l’erogazione di alcune prestazioni”.

L’ipotesi di percorsi di studio in loco, incentivi legati a borse di studio per la retta e il convitto degli studenti, la formazione a distanza, i percorsi di orientamento scolastico mirati alle professioni socio-sanitarie, incentivi economici e contributivi per chi sceglie di lavorare in provincia di Sondrio possono almeno alleviare un trend nazionale che però va adeguatamente contrastato.

Da settembre Regione Lombardia deve obbligatoriamente individuare le sedi fisiche in ogni territorio per la realizzazione dei presidi di prossimità finanziati dal PNRR (Case di comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità).

“Noi – sottolineano dalla sigla sindacale – intraprenderemo ogni utile iniziativa a sostegno di un più efficace assetto di governance del sistema sociosanitari. A livello locale riteniamo utile aprire un dibattito di merito senza strumentalizzazioni campanilistiche per disegnare insieme il futuro della medicina territoriale declinando in provincia distretti e presidi erogativi, i nodi organizzativi e le prassi di servizio in grado di realizzare una reale integrazione sociosanitaria”.