Sondrio. Aziende ripartite ma rimane l’incognita delle prossime settimane

SONDRIO – Con l’inizio della “Fase due tutte le aziende che potevano ripartire – e che non lo avevano già fatto in deroga nelle scorse settimane – hanno avviato nuovamente la produzione.

“Resta da capire – sottolinea Guglielmo Zamboni, segretario Cgil Sondrio – se chi ha riaperto avrà un carico di lavoro adeguato anche nelle prossime settimane”. La preoccupazione, infatti, è che le aziende – che in questi gironi lavoreranno con le ordinazioni pre-chiusura – potrebbero non ricevere un carico di lavoro sufficiente che consenta agli impianti di rimanere in funzione sul medio periodo.

I 2/3 del Pil, infatti, derivano dal consumo interno nazionale che subirà, inevitabilmente, contraccolpi negativi. Per le zone della Bassa Valtellina e dell’Alto Lario risulta problematica anche la contrazione del costo del petrolio: molte, infatti, le aziende tra Colico e Morbegno che lavorano nella filiera del settore che, a causa dell’andamento del mercato, potrebbero vedere i propri margini di guadagno drasticamente ridimensionati.

“Prevediamo – aggiunge Davide Fumagalli, segretario Cisl Sondrio – che ci saranno lunghi strascichi. Per questo è necessario garantire il sostegno alle imprese ma anche agli ammortizzatori sociali”. Al momento, ma si tratta di stime approssimative, sono circa 10mila i lavoratori di Valtellina e Valchiavenna peru cui è stata richiesta la cassa integrazione. “È importante – aggiunge Fumagalli – che gli istituti di credito anticipino il versamento della cassa”.

Intanto sono in molti a dover fare i conti con le nuove norme di sicurezza e di igiene che spesso, al fine di garantire il distanziamento sociale, hanno imposto delle modifiche al posto di lavoro. “Certamente il rispetto delle regole per contenere il Covid-19 è importantissimo – sottolinea Zamboni – ma bisogna anche pensare al resto: sul porto di lavoro si moriva, purtroppo, anche prima di questa epidemia”. A parlare di formazione è, invece, Fumagalli: “I protocolli di sicurezza non vanno calati dall’alto ma inseriti, con la partecipazione dei lavoratori, che quindi vanno formati, nei vari e differenti contesti aziendali”.

M. B.