Valtellina. Pioggia ghiacciata per salvare i meleti dalla primavera sottozero

SONDRIO – Getti d’acqua accesi durante la notte e nelle ore più fredde nei meleti della Valtellina per salvare le piante in fioritura dalla primavera sottozero. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Sondrio sugli effetti del ritorno del freddo artico anche in regione, dopo un lungo periodo con temperature miti che hanno favorito il risveglio della vegetazione ora più vulnerabile agli sbalzi termici.

Il maltempo con freddo e gelo si abbatte sui frutteti e sui campi coltivati della valle, con gli agricoltori che corrono a salvare le produzioni dalle mele in montagna: durante la notte e nelle ore più fredde, per salvare i meli in fioritura dalla primavera sottozero è stato nebulizzato un sottile velo protettivo di acqua che con lo sbalzo termico conserva il calore della pianta e protegge le parti più esposte, impedendo che vengano danneggiate da temperature ancora più basse.

Durante il riposo invernale – sottolinea la Coldiretti provinciale – le piante sono in grado di sopportare temperature inferiori allo zero anche di diversi gradi, ma diventano particolarmente sensibili una volta risvegliate, in fase di fioritura o dopo aver emesso le nuove foglioline. In queste condizioni un repentino abbassamento delle temperature rischia di compromettere la produzione dei frutti e il raccolto finale.

Con l’irrigazione accesa nelle ore più fredde – spiega Coldiretti Sondrio – le gemme e i fiori delle piante di melo vengono quindi messi al sicuro da un sottile velo ghiacciato, che li preserva dalle gelate. L’acqua, infatti, solidificandosi “cede calore” e mantiene la vegetazione intorno agli zero gradi, impedendo che venga danneggiata da temperature più basse.

Il ritorno del grande freddo preoccupa anche i viticoltori: in generale, tutte le colture sono in fase avanzata rispetto alla stagione, in particolare dopo le temperature alte della scorsa settimana.

“Tuttavia è presto per tracciare una stima dei danni – aggiungono gli agricoltori – che potrebbero tuttavia toccare diverse centinaia di migliaia di euro, in particolare in quelle zone produttive dove i meleti non sono dotati di impianti antibrina. Molto dipenderà anche dall’andamento delle temperature e dell’escursione termica che si andrà a verificare nelle prossime ore e nei prossimi giorni: i nostri tecnici sono al lavoro per monitorare la situazione”.

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