Mele. In Valtellina produzione in calo del 35%, raccolta in ritardo di 7/10 giorni

SONDRIO – È ancora presto per dare le stime definitive (possibili solo in tardo autunno, a fine raccolta) ma il calo di produzione dei meleti valtellinesi, dopo un’annata fortemente condizionata dal clima, è purtroppo ormai certo: si parla di un 30-35%, che porta anche la Lombardia verso una flessione complessiva, a livello regionale, del -23%.

In Valtellina, dopo il giro di boa di ferragosto, è iniziata la raccolta delle Gala, tutt’ora in corso: si parla, per questa varietà, di un calo medio di produzione del 30%, che sarà più alto per le Red Delicious (si parla di un -45% e anche oltre in alcuni areali) mentre dovrebbe essere più contenuta la flessione delle Golden (intorno al 20%).

Il calo produttivo di quest’anno – spiega la Coldiretti Sondrio – è dovuto alle gelate tardive di primavera, che hanno influito negativamente sulla fioritura e sulla maturazione dei frutti: come previsto, i danni e le perdite sono più contenute dove sono entrati in funzione gli impianti di irrigazione antigelo che hanno limitato gli effetti disastrosi delle temperature sottozero nel tempo della piena fioritura primaverile.

A questo, in alcune zone si sono sommati anche episodi di grandine che hanno colpito a macchia d’olio la provincia di Sondrio e l’intera regione. Proprio in Valtellina, culla dei pomi lombardi, la raccolta è in ritardo di circa 7/10 giorni su tutte le varietà.

Anche le previsioni nel resto d’Italia sono condizionate dal clima impazzito: tra gelate e grandinate la produzione nazionale scenderà a poco più di 2 miliardi di chili nel 2021 (-4% sullo scorso anno). L’Italia si classifica così – sottolinea la Coldiretti – al secondo posto tra i Paesi produttori dell’Unione Europea dove la raccolta totale è stimata in 11,7 milioni di tonnellate, con in testa la Polonia che registra un aumento della produzione del 22% per un totale di 4,17 milioni di tonnellate mentre al terzo posto si piazza la Francia con poco meno di 1,4 milioni di tonnellate (+3%).

In Italia la mela più diffusa è la Golden Delicious con il suo colore giallo e la polpa croccante per una produzione di oltre 729 milioni di chili, seguita dalla Gala con le tipiche sfumature rosse per più di 378 milioni di chili previsti nel 2021, dalla Red Delicious con il rosso deciso e uniforme (la raccolta valtellinese di questa varietà entrerà nel vivo a metà settembre) e circa 194 milioni di chili di produzione nazionale quest’anno, ma molto popolari sono anche le verdi e acidule Granny con oltre 115 milioni di chili e le Fuji con oltre 152 milioni di chili: le Fuji sono tra le ultime che saranno staccate dagli alberi in provincia di Sondrio, ad autunno inoltrato.

I frutteti Made in Italy possono vantare ben 6 mele a denominazione di origine riconosciute dalla Ue – continua Coldiretti Sondrio – dalla Mela Valtellina Igp alla Mela Val di Non Dop, alla Mela Alto Adige Igp, e poi ancora la Mela del Trentino Igp alla Melannurca Campana Igp e la Mela Rossa Cuneo Igp. Per chi non ha la possibilità di acquistare le mele direttamente dal produttore in azienda o nei mercati di Campagna Amica, attenzione alle etichette che – evidenzia la Coldiretti Sondrio – devono obbligatoriamente riportare per legge l’origine (luogo di coltivazione) e la varietà delle mele.

Il successo delle mele in Italia è anche legato alle riconosciute proprietà salutistiche – ricorda Coldiretti – che ne fanno un sinonimo di salute e benessere. Il famoso detto popolare “una mela al giorno leva il medico di torno” ha un fondamento di verità: diversi studi dimostrano che può essere considerata a pieno titolo un farmaco naturale. Ma la popolarità della mela – conclude la Coldiretti – è dimostrata anche dalla sua presenza nella cultura, dal “frutto del peccato” di biblica memoria alla mela che, cadendo, ispirò allo scienziato inglese Isaac Newton la legge della gravità.