Val Masino. Multe e parcheggi: riflessioni e suggerimenti di una “Turista di prossimità”

VAL MASINO – Le tante multe staccate, nei fine settimana scorsi, a Val Masino hanno suscitato qualche polemica e mal di pancia. Per buona parte le sanziono, emesse a fronte di migliaia di passaggi, hanno riguardato veicoli di vacanzieri e turisti in divieto di sosta. Tra i multati anche Silvia Dondossola, che ha voluto scrivere alla nostra redazione per approfondire alcune riflessioni sul turismo di prossimità.

Parcheggio pieno, diversi giri per vedere se si libera un posto. Nulla. La strada è ampia, dritta in quel tratto – ci scrive, riferendosi alla sua gita fuori porta di domenica 28 giugno – Ci sono molti spazi a bordo strada, veramente ampi e di nessun disturbo per la circolazione né per eventuali accessi a proprietà. Faccio molta attenzione a questo: non si parcheggia in luoghi pericolosi per gli altri né in punti che possano arrecare disturbo. Moltissime le auto parcheggiate a bordo strada, tutte ben messe, in punti talmente larghi da consentire ‘parcheggi a L’ una accanto all’altra di diverse auto. Parcheggiamo anche la nostra”.

Al ritorno l’amara sorpresa: ad attendere lei e tanti altri automobilisti una multa sul parabrezza dell’auto lasciata a bordo strada. “Altri escursionisti arrabbiati mi indicano di aver scoperto dei fogli colorati, ‘affissi’ e non sarebbe il verbo corretto per designare il gesto, ma appesi con del nastro adesivo a tronchi e pali, che riportavano la stampa, in font 11 o 12 al massimo, di un’ordinanza del sindaco di Val Masino”.

L’ordinanza, emessa a maggio, è chiara e vieta – pena una sanzione dai 100 a 300 euro – di lasciare le auto a bordo strada in aree, private o pubbliche, non specificatamente destinate a parcheggio. “Non mi permetto di discutere le scelte di un sindaco o le sue ragioni – aggiunge ancora Donodossola – ma la modalità con cui vengono messe in atto. Non esiste un cartello che indichi chiaramente tale divieto, a parte le stampe sopracitate ma davvero illeggibili se non da vicino e di sicuro che non si fanno notare se non se ne suppone l’eventuale presenza”. Mancati, inoltre, gli obiettivi prefissi dall’ordinanza – emessa allo scopo di disincentivare la sosta selvaggia – dato che, come riporta la nostra lettrice, erano “decine e decine di auto parcheggiate fuori dell’area deputata, questo perché non è presente una chiara comunicazione”.

Chiara comunicazione che sarebbe alla base di un riuscito turismo di prossimità, forse impossibile in aree di nicchia, non adatte ad accogliere importanti flussi turistici. “Purtroppo – conclude – solo le grandi aree attrezzate possono continuare ad assorbire questa richiesta sempre crescente. I tanti bellissimi borghi della nostra terra forse non vogliono stimolare questo turismo, preferiscono custodire i bellissimi gioielli in scrigni e non mercificarli in virtù dell’indotto che potrebbero generare, e forse hanno ragione loro”.