Asilo nido. La minoranza di Chiavenna critica: “Temiamo per la qualità del servizio”

CHIAVENNA – Molte le perplessità che il gruppo consiliare “Ho a cuore Chiavenna” ha espresso in merito alla proposta di una gestione temporanea indiretta dell’asilo comunale Clyde Geronimi.

“Ci sentiamo di manifestare qualche dubbio sulla opportunità di ricorrere ad una forma di esternalizzazione del servizio prevista in tutti i suoi aspetti – sottolineano dal gruppo di opposizione – educativo, organizzativo e di supporto seppure si specifichi nell’Atto di Indirizzo ‘di carattere temporaneo’. Temiamo infatti per la qualità del servizio educativo ‘pagato’ sia dai fruitori che dagli operatori”.

I controlli che verranno posto all’ente gestore non saranno, infatti, sufficienti a garantire, secondo la minoranza, il proseguimento degli standard qualitativi che “Potranno pur essere ‘misurabili’ ma, come ben sappiamo anche per analogia con altri ambiti, difficilmente controllabili se la gestione viene integralmente appaltata”.

A preoccupare la possibilità che con una gestione condivisa si possano manifestare con più frequenza le criticità e i disservizi che, come spesso accade, riescono ad essere affrontate solo grazie al senso di responsabilità e dedizione del personale in servizio.

A far storcere il naso anche i diversi trattamenti riservati al personale che si troverà a lavorare nella struttura: il mantenimento delle attuali condizioni contrattuali verrà garantito esclusivamenteal personale assunto a tempo indeterminato mentre verrà data piena discrezionalità al Gestore per chi sarà assunto a coprire gli attuali 2/3 posti a tempo determinato e con orario parziale.

“Altra criticità è la temporaneità dell’affidamento del servizio – concludono dal gruppo ‘Ho a cuore Chiavenna’ – con verifica in itinere e al termine dell’annualità in modo da valutare l’eventuale rinnovo (sempre temporaneo) o il ricorso ad altra forma di gestione. Temiamo però che la ristrettezza dei tempi per poter prendere una decisione tra un ciclo e il successivo e la eventuale concomitanza del progetto di rinnovo dell’edificio che sposterebbe ogni attenzione sulla struttura piuttosto che sulla gestione, contemplino la prospettiva di un reiterato ricorso all’esternalizzazione tanto da renderlo inevitabile al Comune”.